Il digital inquina, la Industry del digitale è responsabile per il 4% delle emissioni di CO2 mondiali e questo dato è destinato a raddoppiare nei prossimi anni
Digitalizzazione e sostenibilità sono parole ormai strettamente interconnesse, assumendo sia accezioni positive che negative. Pochi considerano l’impronta carbonica di internet e delle operazioni digitali, come per esempio, inviare una e-mail o realizzare un video in diretta. In Italia ci sono 35 milioni di utenti che utilizzano l’e-mail, e ogni e-mail inviata produce circa 4g di CO2.
Lo studio sulla sostenibilità di Iab Italia e YouGov rivela che l’ambiente è la terza priorità per gli italiani dopo salute e lavoro. La consapevolezza sull’interrelazione tra digitale e impatto ambientale è relegata principalmente al ricambio dei dispositivi elettronici. Eppure, secondo i dati il funzionamento dei prodotti e dei servizi digitali ogni anno produce 1.6 miliardi di tonnellate di gas serra. Questo significa che ognuno di noi produce oltre 400 kg di anidride carbonica.
La industry del digitale è responsabile per il 4% delle emissioni di CO2 mondiali e questo dato è destinato a raddoppiare entro il 2025. Le stime parlano di un 20% del totale delle emissioni di CO2 mondiali entro il 2050.
Che cosa è il Carbon Thumbprint?
Solo il 94% degli oltre mille intervistati è consapevole del surriscaldamento globale e il 93% del buco nell’ozono, ma solo il 14% conosce il significato del Carbon Thumbprint (che indica proprio l’impronta di carbonio derivante dalle operazioni digitali).
Il digitale inquina: qualsiasi gadget, foto e video salvati sui nostri cellulari, o qualsiasi azione compiuta sulla rete consuma energia e quindi genera emissioni.
Se tutti noi mandassimo un’e-mail in meno a settimana, quelle non necessario in cui vi è scritto un semplice ‘grazie’, risparmieremmo 140 tonnellate di CO2. Un totale di 7.280 tonnellate all’anno: il corrispettivo di 26mila km percorsi in macchina.
E il lato positivo?
I dati di una ricerca condotta da Samsung Electronics Italia in collaborazione con il Politecnico di Milano delinea le macro-tendenze e le innovazioni che gli italiani si aspettano dalle aziende tecnologiche.
Il 62% pensa che il digitale possa contribuire alla riduzione dell’impatto ambientale, il 49% lo reputa motore di progresso sociale e il 47% strumento per eliminare disuguaglianze e promuovere una società più inclusiva ed equa.
Inoltre, gli italiani sono convinti che la tecnologia sia un elemento fondamentale per una formazione di qualità. Il 30% immagina una didattica dove la realtà aumentata consentirà di seguire lezioni in aula o da remoto, immersive e interattive. Questo comporterà un ruolo maggiore del digitale anche in ambito occupazionale, formando quindi maggiori posti di lavoro.